schemi verbali
Explanation: Da dove nasce la difficoltà? In primo luogo, dall'ambiguità dell'espressione inglese. Intanto, "pattern" è una parola dal significato amplissimo; in casi come questo si può rendere spesso con "schema", o "modello", ma ha un senso più generale di "regolarità" - qualcosa che si ripete e con il suo ripetersi genera una "forma", "schema" o "modelllo" riconoscibile da parte di un osservatore. Si tratta cioè non di "una cosa", o una proprietà oggettiva della realtà, ma di una caratteristica determinata dall'interazione tra la realtà e un osservatore. In secondo luogo, entra in gioco la ben nota ambiguità della posizione attributiva ("pattern di lettere disposte in modo da dare luogo a parole" - come nella proposta di Moni-62 - oppure "pattern di parole messe insieme in maniere specifiche e ricorrenti, in modo tale da dar luogo a 'unità lessicali', o 'forme di parola', dotate di senso autonomo e ben riconoscibili" come sembra interpretare la maggior parte dei colleghi intervenuti?) Anzi, si potrebbe parlare di "word pattern" persino nel caso di scherzi tipografici come quello della poesia a forma di coda di topo (se ben ricordo) di Lewis Carrol, o in parecchie delle elaborazioni dell'Oulipo/Oplepo, o semplicemente, negli schemi metrici della poesia in rima. O, ancora, un word pattern potrebbe essere realizzato mediante la lunghezza delle parole (per esempio: un testo, o una sua parte, fatto di soli monosillabi), la prevalenza o l'assenza di certe vocali (testi monovocalici, o interamente privi di una vocale - come il romanzo "La disparution" di Georges Perec, che fa del tutto a meno della "e"), o il ricorrere di rime interne, allitterazioni, o assonanze; o ancora figure o espedienti retorici come l'inversione, il tropo o la litote - e che più ne ha più ne metta. In casi come questi, bisognerebbe che il traduttore fosse non un esperto della terminologia, ma un vero e proprio esperto della materia (è un mio vecchio pallino - e non vuole certo essere una critica verso Nomade, anche perché spesso è quasi impossibile capire di che tipo di esperto c'è bisogno per un particolare testo prima di metterci le mani). Qui bisognerebbe anzi conoscere bene il software di cui si tratta - e in particolare, sapere quale tipo particolare di "word pattern" viene ricercato in questo caso specifico. In mancanza di questo dato, è abbastanza inevitabile tenersi sul generico - questo è ciò che cercherei di spiegare a un cliente che mi chiedesse di essere "più specifico": o sei più specifico tu (cioè, mi spieghi di che pattern si tratta, e magari mi dai pure qualche esempio), oppure io devo necessariamente tenermi sul generico. "Schemi verbali" (o "linguistici") mi pare, appunto come termine generico, abbastanza soddisfacente. Se si sa con certezza che i pattern riguardano (soltanto o prevalentemente) le scelte di lessico può andar bene anche "schemi lessicali", come in http://packages.debian.org/it/lenny/flex
| Alfredo Tutino Local time: 15:00 Native speaker of: Italian PRO pts in category: 4
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