21:41 Nov 9, 2011
"Ora, è noto come Satie amasse particolarmente i cani: in trent’anni di permanenza nel sobborgo parigino di Arcueil, pare siano stati i cani randagi gli unici ospiti accolti nella casa del compositore; e a Cocteau, Satie parlò addirittura del progetto di un’opera per cani, la cui scenografia sarebbe consistita semplicemente in un osso. Ornella Volta suggerisce comunque un’interpretazione del carattere “canino” dei Préludes flasques che guarda oltre la semplice cinofilia, e si connette piuttosto a François Rabelais, il quale, dopo aver messo in guardia i lettori dalla tentazione di tacciare frettolosamente di frivolezza le sue opere per via dei loro «joyeulx tiltres», invitava a comportarsi come il saggio cane, il quale, anziché scoraggiarsi di fronte all’aspetto ostico di un osso, lo rosicchia e non si dà pace finché non gli è riuscito di conquistarne il prelibato midollo. L’ipotesi è interessante, ma la si potrebbe arricchire notando come ciò che è ‘canino’ è anche ‘cinico’, con tutti i riferimenti che l’uso del sinonimo comporta; c’è in effetti qualcosa di cinico..." |