Glossary entry (derived from question below)
italien term or phrase:
Il "positivo" è ciò che nel "porre"
français translation:
Le positif, c'est ce qui est dans le "poser"
Added to glossary by
Oriana W.
Mar 27, 2008 11:44
16 yrs ago
italien term
Il "positivo" è ciò che nel "porre"
italien vers français
Art / Littérature
Philosophie
philosophie
Il "positivo" è ciò che nel "porre", in cui il divenire consiste, è il positum, e cioè ri-mane. Il "positivo" è appunto ypò ménon.
J'ai du mal avec cette phrase.... merci pour vos suggestions
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Proposed translations
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23 minutes
Selected
Le positif, c'est ce qui est dans le "poser"
dans mon hypothèse d'ajouter un verbe sans lequel je vois mal comment faire tenir debout cette phrase...
Le positif, c'est ce qui est dans le "poser", ce en quoi le devenir consiste, c'est le positum, et donc il reste. (j'oserais "il est rémanent" plutôt que il reste)
le littré donne comme déf.
positif = "Sur quoi l'on peut poser", compter ; qui est assuré, constant.
mais ça nous éloignerait un peu trop...
Le positif, c'est ce qui est dans le "poser", ce en quoi le devenir consiste, c'est le positum, et donc il reste. (j'oserais "il est rémanent" plutôt que il reste)
le littré donne comme déf.
positif = "Sur quoi l'on peut poser", compter ; qui est assuré, constant.
mais ça nous éloignerait un peu trop...
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1 heure
le positif, ce qui est posé/le positif,c'est ce qui est posé
ce qui est posé/ce qui est donné
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Note added at 2 ore (2008-03-27 14:06:13 GMT)
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Il limite è il confine, il punto d'incontro tra determinazione e non-determinazione; tra “positivo” (ovvero “ciò che è posto”, ad esempio un vaso su un ripiano) e “negativo” (ovvero il contrario di ciò che è posto, ad esempio la lampada sul ripiano); tra finito (ad esempio, il limite interno del contenente il vaso) e infinito (ad esempio, il limite esterno del contenente il vaso). Ogni determinazione ha un limite al di fuori del quale si trova ciò che tale determinazione non è. A si deve confrontare con il suo contrario, non-A, altrimenti A rimane una mera astrazione (nel senso letterale del termine: rimane "tratta fuori" dal suo contesto. E quindi non può in nessun modo diventare realtà. Il vaso è reale solo se considerato in relazione a ciò che gli sta attorno e a ciò che esso non è (la lampada che lo illumina, il ripiano che lo sorregge, il gatto che lo fa cadere, etc...). Per Hegel la realtà non è mai mera identità, semplice, non contraddittoria, tautologica autoreferenzialità della determinazione (A=A, “il vaso è il vaso”); al contrario, secondo il filosofo tedesco la realtà è relazione, rapporto dialettico tra la determinazione e i suoi contrari (A=nonA, “il vaso è il non-vaso”).
Nelle pagine dedicate al Dasein überhaupt, lo fa anticipando uno dei concetti portanti dell’essenza: il Gesetztsein, l’esser-posto. In generale, sottolinea Hegel, bisogna ben distinguere tra ciò che è posto nella cosa e ciò che, invece, è «noch nicht gesetzt an ihm selbst»: questo ultimo aspetto – il noch nicht, il non ancora della cosa – può bensì essere illustrato e anticipato, ma con la consapevolezza che è solo für uns, in unserer Reflexion, e che «si mostrerà poi nello sviluppo stesso», «sich darstellen wird». Da un lato, dunque, vi è il positivo, il posto, ciò che è vorhanden, presente e disponibile; d’altro lato, ciò che non è posto, un noch nicht, un non ancora, che si mostrerà, sich darstellen wird, solo in seguito, al momento giusto, nello sviluppo ulteriore della cosa.
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Note added at 2 ore (2008-03-27 14:06:13 GMT)
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Il limite è il confine, il punto d'incontro tra determinazione e non-determinazione; tra “positivo” (ovvero “ciò che è posto”, ad esempio un vaso su un ripiano) e “negativo” (ovvero il contrario di ciò che è posto, ad esempio la lampada sul ripiano); tra finito (ad esempio, il limite interno del contenente il vaso) e infinito (ad esempio, il limite esterno del contenente il vaso). Ogni determinazione ha un limite al di fuori del quale si trova ciò che tale determinazione non è. A si deve confrontare con il suo contrario, non-A, altrimenti A rimane una mera astrazione (nel senso letterale del termine: rimane "tratta fuori" dal suo contesto. E quindi non può in nessun modo diventare realtà. Il vaso è reale solo se considerato in relazione a ciò che gli sta attorno e a ciò che esso non è (la lampada che lo illumina, il ripiano che lo sorregge, il gatto che lo fa cadere, etc...). Per Hegel la realtà non è mai mera identità, semplice, non contraddittoria, tautologica autoreferenzialità della determinazione (A=A, “il vaso è il vaso”); al contrario, secondo il filosofo tedesco la realtà è relazione, rapporto dialettico tra la determinazione e i suoi contrari (A=nonA, “il vaso è il non-vaso”).
Nelle pagine dedicate al Dasein überhaupt, lo fa anticipando uno dei concetti portanti dell’essenza: il Gesetztsein, l’esser-posto. In generale, sottolinea Hegel, bisogna ben distinguere tra ciò che è posto nella cosa e ciò che, invece, è «noch nicht gesetzt an ihm selbst»: questo ultimo aspetto – il noch nicht, il non ancora della cosa – può bensì essere illustrato e anticipato, ma con la consapevolezza che è solo für uns, in unserer Reflexion, e che «si mostrerà poi nello sviluppo stesso», «sich darstellen wird». Da un lato, dunque, vi è il positivo, il posto, ciò che è vorhanden, presente e disponibile; d’altro lato, ciò che non è posto, un noch nicht, un non ancora, che si mostrerà, sich darstellen wird, solo in seguito, al momento giusto, nello sviluppo ulteriore della cosa.
22 heures
le positif est ce qui constitue le positum dans le "poser", au sein duquel
L'idée me semble-t-il c'est que le positif ce n'est pas le "poser" en soi mais une partie de ce qui le constitue à savoir le positum.
Discussion